• Energia dai rifiuti non riciclabili

La storia

Per chiudere il ciclo dei rifiuti e rendere autosufficiente dal punto di vista impiantistico la Toscana Centrale è necessario realizzare un impianto in grado di recuperare energia da quei rifiuti che non possono essere riciclati. Ad oggi, infatti, spendiamo circa 50 milioni di euro l’anno per l’invio dei rifiuti dell’area metropolitana fiorentina in impianti distribuiti nel territorio regionale e oltre i confini della Toscana. Senza contare l’impatto ambientale prodotto dai mezzi di trasporto.

Ad oggi, infatti, l’invio dei rifiuti dell’area metropolitana fiorentina in impianti distribuiti nel territorio regionale e oltre i confini della Toscana costa circa 50 milioni di euro l’anno. Senza contare l’impatto ambientale prodotto dai mezzi di trasporto.

L’idea della ricostruzione di un termovalorizzatore in provincia di Firenze matura nel 2001. In conformità al decreto Ronchi (1997), nel 2001 fu adottato il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, che prevedeva la messa in opera di impianti di termovalorizzazione, pur senza individuarne la collocazione sul territorio. Dopo l’intervento della Regione, nel 2002 la Provincia di Firenze riadottò il Piano individuando allo scopo la zona dell’Osmannoro, ma condizionando la decisione alla Valutazione di impatto sanitario (VIS).

In seguito ai risultati della VIS la scelta del luogo ricadde su Case Passerini, individuata come la zona più idonea per la realizzazione del nuovo termovalorizzatore. Nel 2005 venne predisposto un protocollo d’intesa, sottoscritto da Ato 6, Provincia di Firenze e dai Comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, con il quale si individuava la puntuale localizzazione del termovalorizzatore, assieme a una serie di misure compensative a favore dei Comuni maggiormente coinvolti.

A luglio 2006 l’approvazione delle modifiche al Piano dei rifiuti, con la determinazione delle caratteristiche dimensionali del futuro impianto

Il 2007 è l’anno in cui nasce l’ATO Toscana Centro, a seguito della legge regionale 61/2007 che accorpa gli ATO di Pistoia, Firenze e Prato. L’ATO Toscana Centro delibera che sarà Quadrifoglio, l’azienda pubblica di gestione dei rifiuti dell’area fiorentina, ad occuparsi dell’attuazione del progetto. Nel 2009 Quadrifoglio bandisce la gara per l’individuazione di un partner privato di minoranza in una costituenda Newco, a cui verrà affidato l’intero iter di realizzazione del termovalorizzatore, dalla progettazione fino alla gestione. La prequalifica seleziona due gruppi: Hera e Veolia.

All’inizio del 2010 vengono presentate le linee guida architettoniche dell’impianto, elaborate dall’Università di Firenze e approvate da una commissione di valutazione composta da esperti internazionali di architettura.

L’aggiudicazione definitiva della gara avviene a gennaio 2012, con la costituzione della Newco Q.tHermo. Successivamente a questo passaggio si svolgono le procedure per VIA e AIA, con il rilascio delle necessarie autorizzazioni.

La durata dell’intervento per la realizzazione del termovalorizzatore della Toscana centrale è stimata in 1000 giorni.

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