L'alternativa che non c'è
In riferimento alle notizie emerse in questi giorni sulla stampa locale e alle prese di posizione che stanno animando queste ultime settimane di campagna elettorale, ecco alcune precisazioni di carattere esclusivamente tecnico sulla realizzazione dell’impianto di Case Passerini.
- Non esistono fabbriche di recupero di materiali (l’impianto di Massarosa spesso citato dai comitati contro il termovalorizzatore è solo un progetto), per cui è impossibile valutarne il costo. In ogni caso una fabbrica del genere produrrebbe comunque uno scarto da condurre in discarica: un costo che andrebbe comunque considerato.
- La soglia obiettivo per la raccolta differenziata è il 70/75 %, l’area metropolitana è molto più complessa della Provincia di Treviso (per turismo, pendolarismo, attività economiche), per questo si è scelto di non utilizzare il porta a porta, ma il sistema di cassonetti intelligenti a calotta. Garantirà il 65 % di riciclaggio e preparazione per il riutilizzo previsto dalla nuova Direttiva Europea.
- Il rifiuto residuo sarà quindi pari al 35 %, di cui il 25/30% non riciclabile e il resto derivante dagli scarti della raccolta differenziata. Questi scarti non sono ulteriormente riciclabili, il miglior utilizzo è quello energetico. E’ scorretto non considerare gli scarti residui dalla raccolta differenziata nei calcoli.
- La realizzazione del termovalorizzatore prevede il ridimensionamento dell’impianto di selezione di Case Passerini, con una conseguente riduzione dei costi, ragion per cui non se ne prevede un ampliamento.
- I costi ad abitante indicati dai comitati sono falsati: non si può dividere il costo totale per gli abitanti residenti, in questo modo non si considerano i produttori di rifiuti assimilati, i turisti e i fuori sede, dati elevati nell’area fiorentina e bassi nella Provincia di Treviso.
- Anche nei processi di lavorazione a freddo di selezione dei rifiuti si producono residui pericolosi, derivanti dai filtri di depurazione.
- Non realizzare il termovalorizzatore significherebbe accrescere la mole di rifiuti da portare in discarica, con relativo impatto in termini di ingombro del territorio e costi di trasporto. Il materiale non riciclabile o gli scarti delle raccolte differenziate equivalgono a circa il 30 % del totale dei rifiuti prodotti nell’area di riferimento. La nostra proposta è “discarica zero”.
- Le emissioni dei termovalorizzatori sono già “zero”: i valori di tutti i possibili inquinanti sono altamente al di sotto delle prescrizioni di legge. Come più volte dimostrato incidono molto di più sull’inquinamento atmosferico il traffico, il riscaldamento domestico e la combustione di biomasse.